L’Emilia Romagna e le prospettive attuative della nuova legge sul sistema integrato. Questo il tema del convegno promosso da FISM (Federazione Italiana Scuole Materne) Emilia Romagna e da CISL Scuola Emilia Romagna. Un’occasione per comprendere la svolta epocale rappresentata dalla norma (la definizione è del vice-sindaco di Bologna Marilena Pillati) e per condividere gli obiettivi (come ha ricordato Monica Barbolini, segretaria regionale CISL Scuola). Luca Iemmi, presidente regionale FISM ha richiamato i capisaldi del provvedimento, il suo “manifesto”: concorrere a ridurre gli svantaggi culturali, sociali, relazionali; accogliere i bambini con disabilità certificata; rispettare e accogliere le diversità.
Da parte sua Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna, ha confermato la massima collaborazione della Chiesa nel percorso attuativo della legge. “ Penso” ha detto “che le scuole parrocchiali non sono solo una eredità del passato ma un investimento che ben si colloca all’interno di un sistema integrato che offre nuove possibilità e margini di crescita. Per questo noi ci giocheremo fino in fondo. E da questo punto di vista la Fism è un interlocutore fondamentale”.
L’arcivescovo di Bologna si è poi soffermato sulla inclusione. “Accogliere, educare, istruire. In questo primo ciclo dell’educazione dobbiamo giocare a tutto campo perché le diversità sono davvero una ricchezza così come lo sono le provenienze. Papa Francesco, parlando agli universitari, ha richiamato la necessità di un diritto alla cultura e di un diritto alla speranza. Diritti che valgono anche per il primo ciclo dei servizi di educazione all’infanzia. Questo è il versante in cui il sistema integrato deve dare il massimo. Soprattutto qui in Emilia Romagna. Dalla sua storia di eccellenza in questo campo deriva anche una forte responsabilità nei confronti delle altre regioni”.
L’ultima osservazione Zuppi l’ha riservata alla disabilità certificata. “Qualche volta abbiamo il problema di certificati che obbiettivamente non arrivano sia per i tempi sia per la resistenza delle famiglie. Qui bisogna trovare qualche soluzione perché la disabilità non aspetta”.
La risposta del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Emilia Romagna Stefano Versari è andata nella direzione auspicata dall’arcivescovo. “La scuola è come le case dei poveri. Se arrivano persone in più si divide il pane che c’è a costo di mangiare una fetta in meno”.
Rispondendo alla domanda del presidente FISM Iemmi “la legge sembra prevedere una cabina di regia?” Versari ha sottolineato che la norma è una traduzione nazionale dell’esperienza di sistema integrato dell’Emilia Romagna.
“La sfida è passare dal modello ereditato all’investimento, cercando di non rimanere impigliati nella rete. In questo percorso il legislatore non ha voluto definire un’altra struttura formale ma ha voluto perorare una modalità di conduzione delle attività di competenza dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia stesse”.
Gabriele Ventura responsabile del Comune di Bologna per le scuole infanzia è intervenuto sull’importanza del coordinamento pedagogico territoriale previsto in più parti nella nuova legge, già da tempo operante nel territorio emiliano romagnolo, e sulla opportunità di un processo di integrazione anche delle diverse anime dei contratti collettivi nazionali di lavoro del settore.
Ha concluso l’incontro Franco Holler, del sindacato CISL, soffermandosi su alcuni problemi specifici e attuali del sistema integrato delle scuole d’infanzia. Tra questi: l’apertura delle scuole durante il periodo estivo, necessità che a tutti gli effetti potrebbe essere condivisa e pianificata tra le diverse scuole del sistema integrato.